La storia della metropolitana di Brescia ha inizio nel 1986. Dopo una serie di modifiche strutturali apportate alla rete degli autobus, l’Azienda Servizi Municipali (ASM) decise di sviluppare uno studio di fattibilità per la costruzione di un sistema integrato di trasporto. Gli obiettivi principali del progetto erano:
- la salvaguardia dell’ambiente e del centro cittadino;
- la modifica della modalità di trasporto favorendo l’utilizzo del mezzo pubblico;
- la riduzione dei tempi di viaggio;
- la buona accessibilità per le diverse zone della città;
- la piena integrazione strutturale tra i diversi mezzi di trasporto;
- il contenimento dei costi complessivi del traporto pubblico.
Per rispettare tutti questi obiettivi, furono esplorate le principali alternative tecnologiche offerte dall’industria dei trasporti. Lo scopo era quello di individuare i sistemi che rispondessero al meglio alle esigenze della città, che erano gli Autobus (per lo sviluppo della rete già esistente), il Filobus, il Filobus bimodale (con propulsione diesel-elettrica), il Tram, la Metropolitana leggera e la Metropolitana leggera automatica.
Dopo una prima analisi, venne approfondito il confronto tra i sistemi allora conosciuti di Metropolitana automatica, su gomma o su ferro, e di Metropolitana non automatica (un tram veloce a pianale ribassato con una via di corsa parzialmente protetta) con percorso a raso in periferia e sotterraneo nel centro della città.
L’esito di questo confronto portò ad affermare che i sistemi più convenienti erano quelli automatici, su gomma o su ferro. A partire da questo esito, fu quindi sviluppato il progetto per la metropolitana leggera automatica le cui tappe principali possono essere racchiuse in diversi archi temporali.